domenica, dicembre 03, 2006
TRENTOTTO
sabato, novembre 25, 2006
TRENTASETTE
martedì, novembre 07, 2006
TRENTASEI
mercoledì, novembre 01, 2006
TRENTACINQUE
lunedì, ottobre 30, 2006
TRENTAQUATTRO
domenica, ottobre 29, 2006
TRENTATRE'
venerdì, ottobre 27, 2006
Modernità in rovina
martedì, ottobre 17, 2006
TRENTUNO
lunedì, settembre 25, 2006
TRENTA
sabato, settembre 16, 2006
VENTINOVE
martedì, settembre 12, 2006
VENTOTTO
giovedì, settembre 07, 2006
VENTISETTE
domenica, settembre 03, 2006
VENTISEI
giovedì, agosto 31, 2006
VENTICINQUE
domenica, agosto 27, 2006
VENTIQUATTRO
sabato, agosto 26, 2006
VENTITRE
venerdì, agosto 25, 2006
VENTIDUE
sabato, agosto 19, 2006
VENTUNO
domenica, agosto 06, 2006
VENTI
venerdì, luglio 28, 2006
DICIANNOVE
sabato, luglio 22, 2006
DICIOTTO
domenica, luglio 16, 2006
DICIASSETTE
sabato, luglio 08, 2006
SEDICI
sabato, luglio 01, 2006
QUINDICI
mercoledì, giugno 28, 2006
QUATTORDICI
sabato, giugno 24, 2006
TREDICI
lunedì, giugno 19, 2006
DODICI
venerdì, giugno 16, 2006
UNDICI
E’ chiaro a tutti i lettori dei rotocalchi alla moda, delle riviste patinate, oliate, splendenti di pagine pubblicitarie, che il genere del momento in Italia (ma anche altrove) è il giallo: lui sì che fa mercato ! e scusate, qui dovete inchinarvi – diavolo !- fa mercato, non so se mi spiego, parlo una lingua che potete capire anche voi rimasti al passato, giurassici nostalgici che non siete altro, ancora fedeli alla povertà di un mondo incenerito …insomma per farla breve (non vale la pena di usare concetti troppo complicati) il libro giallo vende molto, la gente lo compra, la storia gialla incanta, seduce appassiona. Temo che l’intreccio malavitoso, l’intrigo criminale, piacciano perché il pubblico riconosce nelle gesta più malandrine l’immagine fedele del proprio paese, ne è orgoglioso, i crimini gli fanno l’effetto di un panorama abituale, così non si spaventa ed anzi si sente a casa là dove l’ammazzamento della fidanzata, l’eliminazione del testimone scomodo, la tortura del picciotto appartenente al clan avverso risultano tranquillizzanti riti in cui la nostra società si rispecchia. Nessuna difficoltà artistica. No signori. Nessuno sperimentalismo, nessuna avventura della forma narrativa. Regna sovrana la trama comprensibile a tutti, il mondo squadernato senza uggiose sovrapposizioni, senza scarti, ridotto ad un suo misero grado di indigesta (per me) semplificazione.
lunedì, giugno 12, 2006
DIECI
sabato, giugno 10, 2006
NOVE
La scomparsa di Enzo Siciliano pesa sulla scena della cultura italiana contemporanea in modi differenti. Genera un vuoto, un’assenza di energia e dinamismo che ci addolora e ci preoccupa anche per il futuro. Vogliamo ricordarlo come una figura molteplice: compagno di viaggi e di avventure al fianco di artisti e scrittori tra i più geniali – su tutti due nomi: PierPaolo Pasolini e Mario Schifano – ha condiviso con loro i vortici inebrianti e pericolosi di un’epoca straordinaria in cui le tendenze letterarie, le scuole critiche, i movimenti di avanguardia, si sono intrecciati a disegnare paesaggi dotati di profondità cangianti, illuminati dai fuochi di polemiche spesso aspre ma sempre vivificanti. Scrittore, intellettuale curiosissimo di altre discipline, Siciliano teneva gli occhi molto aperti anche sull’arte contemporanea e sapeva leggere il nucleo pulsante di musiche differenti. Sapeva riconoscere le fascinazioni segrete, le interconnessioni guizzanti sotto la superficie delle opere, leggeva le impronte estetiche fluttuanti da un linguaggio specifico fin dentro gli altri alfabeti concreti della realtà politica e sociale. Lo ricorderemo con rispetto ma anche con molto affetto, perché possedeva – ben saldo dentro le tante competenze più strettamente tecniche di critico fine ed inventivo – una potente statura morale. Non ha mai dimenticato che libri, quadri, film, spettacoli teatrali, filosofie, valgono naturalmente per se stessi, per la loro potenza di segno espressivo, ma al tempo stesso dovrebbero anche condurci dentro un mondo meno ingiusto di quello che ci lasciamo ogni giorno alle spalle. Questo suo felice spessore etico lo ha portato sempre a dialogare con autori tanto più giovani di lui (e spesso anche molto differenti dalla sue posizioni) offrendo la propria curiosità e disponibilità ad una azione molto concreta: dobbiamo ricordare la sua eccezionale – per impegno e durata nel tempo - attività di organizzatore di riviste letterarie, di promotore di eventi, di scopritore di nuovi talenti. Ci mancherà molto.
martedì, giugno 06, 2006
OTTO
domenica, giugno 04, 2006
SETTE
venerdì, giugno 02, 2006
SEI
giovedì, giugno 01, 2006
CINQUE
sabato, maggio 27, 2006
QUATTRO
Scrivi cose semplici ! Più leggibili, scorrevoli che possano essere afferrate al volo anche dal lettore pigro drogato dalla televisione facile facile. Mi ripeto spesso questi suggerimenti e poi finisce che non rispetto mai questo buon proposito. Diavolo ! Sarà che mi piace la complicazione inutile ? Sono perverso : non riesco a omologarmi alle tipiche scorciatoie offerte al lettore medio italiano (ma non esiste – in realtà – né il concetto di medio né quello di italiano nella mia testa sfasciata). O forse ascolto troppo nuovo jazz rinascente nel Lower East Side di New York. Seguendo le improvvisazioni avvitarsi in volute di fuoco e fumo mi pare che contengano qualcosa di vivo di indisciplinabile, qualcosa di prezioso da tentare di introdurre anche nella scrittura di ogni quotidiano miracolo restituito attraverso la scrittura ad una sua condizione di possibilità: se è successo questo prodigio oggi, potrà (dovrà !) accadere ancora domani. Grazie David S. Ware ! grazie Hamid Drake ! grazie William Parker ! e faccio solo tre nomi tanto per non annoiarvi, perché mi piacciono così tanto i nomi degli autori, mi danno un tale senso di speranza che vorrei scrivere un diario costruito da un solo lunghissimo elenco di artisti, musicisti, scrittori, registi che mi aiutano ad andare avanti anche quando non ne ho proprio nessuna voglia, cioè sempre. (wonderful photo : John Rogers)