sabato, novembre 25, 2006

TRENTASETTE

Assolutamente impreparato agli eventi. Molto affaticato in questo periodo per questioni di lavoro, cose anche delicate e quindi da affrontare con cautela. Troppo cedevole verso le lusinghe che il mondo mi offre di continuo. Spesso disgustato dalla mia facilità nel cadere in tentazioni di ogni genere, specialmente in quelle legate allo splendore dei sensi, dei sogni, delle utopie dalle quali è poi doloroso risvegliarsi. E a proposito di risvegli. Un paio di situazioni realmente accadute o forse sognate. Decidete voi. La prima. Cammino per strada, sono nel centro storico di Firenze. Intravedo a distanza la piccola strega. Vestita di nero, deforme o bella, non ricordo, e non importa in questa sede. Non voglio salutarla. Tengo basso lo sguardo sul marciapiede. Mi passa accanto muta. Quando credo di esserle sfuggito sento alle mie spalle il suo tono ghignante che mi ordina di voltarmi. Non lo faccio. Allora mi grida dietro qualche raccapricciante minaccia. Io proseguo senza voltarmi ma è come se la sua voce avesse strusciato le unghie sopra la mia spina dorsale. La seconda. Sono seduto nel mio comodo ufficio, dentro una famosa università americana, in mezzo ad una foresta. Davanti a me c’è un grande intellettuale italiano che mi spiega – con preoccupazione – che la mia ignoranza in materia scientifica è enorme. Accidenti, mi dice, così non va ! Non troverai mai un lavoro soddisfacente ! E subito dopo comincia a riempire di calcoli complicatissimi, veri geroglifici senza senso (ma esteticamente piacevoli) una spaziosa lavagna bagnata dai raggi di sole.

martedì, novembre 07, 2006

TRENTASEI

Pochi giorni fa – sul finire del mese di ottobre - è morto Emilio Vedova. Uno egli artisti che ho amato di più in assoluto. L’ammirazione per i suoi dipinti è sempre stata per me una molla ad agire, una ispirazione potentissima (anche se piombata dentro la mia zucca troppo vuota), una fonte di gioia fisica e mentale. Quando ero giovane apprezzavo soprattutto l’esplosione di energia incontenibile che emanavano i colori sopra le sue grandi tele. Mi pareva che quelle opere contenessero – in una miracolosa condizione paradossale – un furore incontenibile. Mi specchiavo dentro quella violenza e mi sentivo liberato dal peso del mondo. In quelle stesse opere oggi, guardandole con i miei occhi invecchiati, vedo regnare una specie di magico ordine supremo: mi pare che il furore si configuri in strutture di perfetto equilibrio. Il sublime esiste e Vedova lo ha catturato in una pittura di energia, gesti e armonia.

mercoledì, novembre 01, 2006

TRENTACINQUE

Un po’ di cose che mi piacciono. Ad esempio alcuni cd. Vrioon, di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto. Questo connubio tra elettronica minimale e cellule sonore pianistiche mi ha suggerito non poche strutture visive che poi ho tentato di materializzare dentro i miei quadri…Snow Borne Sorrow, di Nine Horses. Oggi David Sylvian mi pare uno dei pochi sperimentatori accesi da un fuoco di resistenza agli imperativi del mercato pop più facile. Riflessivo e intenso, invernale e caldo al tempo stesso. Surrogate Cities, di Heiner Goebbles. Quando ho ascoltato per la prima volta questa opera – durante la trasmissione radiofonica di un concerto live di Goebbels, a Radio 3 – non credevo ai miei orecchi. Musica contemporanea al massimo grado di piacere uditivo. Senne Sing Song, di Misha Mengelberg. Ignoravo l’esistenza di questo pianista (e vivevo tranquillo) ma grazie alla casa discografica di John Zorn l’ ho scoperto. Adesso non ci rinuncerei per nessun motivo. Mengelberg non è un giovanetto, ma suona come uno scatenato ventenne. Unknown Pleasures, Joy Division, anno di grazia 1979. Questa è leggenda pura. Copertina storica. Contenuto soprannaturale. Che altro posso dirvi ? Immaginate la luce mistica dei quadri di Rothko più scuri, buttata sopra una installazione di Jannis Kounellis, il tutto dentro una stanza disegnata da Adolf Loos. Non vi basta ? Allora andiamo avanti con i libri. Aldo Rossi, Autobiografia scientifica. Guardando le sue architetture vi siete fatti l’idea di un uomo duro, dogmatico, impenetrabile ? Avete sbagliato. Leggete questi saggi/diario per scoprire l’anima di un intellettuale di stellare sensibilità. Gilles Deleuze, Pourparler. Meno arduo che nei celeberrimi saggi, in queste conversazioni Deleuze disegna chiaramente le linee fondanti del suo pensiero. E’ come entrare nello studio di un genio e mettersi a guardare dentro tutti i cassetti che vi incuriosiscono. W.G. Sebald, Austerlitz. Qui la narrazione diventa strumento supremo di conoscenza del mondo. L’autobiografia – reale o immaginaria che sia – esplode in una immensità di frammenti poi ricomposti a sorpresa con un gesto di supremo talento. Rick Moody, Rosso Americano. Leggete questa citazione: ‘Di colpo gli erano tornate in mente le notti che aveva trascorso insonne per la rivelazione di questo pensiero, in piedi davanti al frigo aperto, singhiozzando, con in mano un cartone di latte (su cui erano stampate foto di bambini scomparsi), in lacrime, sapendo che la sua vita aveva saltato la carreggiata ’. Adesso avete capito perché mi piace. Cormac McCarthy, Oltre il confine. Personaggi e tragedie stile western calati in una natura incontaminata, raccontati con la solennità e la profondità di Omero. Massimo incanto soffiato dentro geometrie narrative strabilianti. Unico mio rimpianto: essere un cane in inglese e quindi non poterlo leggere in lingua originale.