lunedì, luglio 30, 2007
Vintage jeans
Sei apparsa la mattina con quel fantastico paio di pantaloni tutti decorati con le foglie di edera e la Via Lattea in movimento: mi sono sentito più giovane di una ventina di anni, nuovamente pronto ad accettare ogni novità che un'esistenza in fresco dispiegamento saprà offrirmi. Dentro quei jeans logorati, strappati, liberi, scorre la promessa di eventi migliori, la musica degli anni resa dolce. Senza sofferenza, io ci ho visto la forma delle cose che saranno, l'anticipazione delle gioie ancora ignote. Hai acceso un circolo di energia che mescola i sogni e le illusioni del passato alle aspettative del futuro, un cortocircuito felice che mi emoziona. Ti devo ringraziare ancora una volta per la tua capacità di stupirmi.
sabato, luglio 28, 2007
Flusso
martedì, luglio 24, 2007
Cara Ariel
domenica, luglio 22, 2007
Città dall'alto
Ti ho portato qui Ariel, perché dall’alto di questo giardino possiamo gettare uno sguardo su tutta la città. Sembra di riuscire a toccare le tegole dei tetti degli antichi palazzi.
E’ vero. E’ un colpo d’occhio straordinario. Sarà per la luce estiva così brillante, tutto è così netto che mi sembra di avvertire il cuore intimo della città.
Sì, ma quello segreto, non il cuore pugnalato dalla disattenzione e dal rumore. Qui si vede la bellezza pura ad una frequenza che i turisti non possono percepire.
E poi guardati intorno: questo giardino è deserto. E’ lo splendore delle domeniche di luglio.
Hai ragione Ariel: la città intera – con tutto il suo carico di vite - pare saltare dentro i nostri occhi. Ma qui siamo soli. E’ una meraviglia quasi dolorosa.
Non vorrei mai scendere da questo punto alto che domina tutto il palcoscenico della mia vita quotidiana, là, in quelle strade, in quelle piazze, mi sono giocato l’esistenza. Resterei in eterno a contemplare i pezzi del mosaico. Forse così troverei la soluzione.
E’ la magia della distanza, fa sembrare tutto più facile.
Forse adesso dobbiamo scendere. Non voglio affezionarmi troppo a queste altezze a cui non potrò tornare facilmente.giovedì, luglio 19, 2007
stanze deserte della casa
frontiere di stanchezza
mi accolgono
dove nostalgia
giunge e scolora
su questi pavimenti lucidi
scivolo come avessi
suole di cera fusa
domenica, luglio 15, 2007
fast-food panoramico
squadra un cortile
per base ha un fiume
con ponte familiare
ho chiuso gli occhi
spiegavo pro e contro
ho provato ad essere lei
bibita e orsacchiotto di pezza
giovedì, luglio 12, 2007
segui l'edera
le potature
le rinascenti foglioline
rampicanti
scalatori di case
planisfero in giardino
rinfrescato dal vento
protezione del vivente
martedì, luglio 10, 2007
nel particolare del particolare
nel minimo ritaglio
amplificato c'è lo stemma
di un prodigio
la sfera di cristallo
è solcata da rivoli d'acqua
in trasparenza appare
il diadema di brillanti
l'abitino di velluto nero
la figura attira
e scarica energia
i tuoi dentini di scimmia
subiscono repentini
cambiamenti di voltaggio
se il chiaroscuro non vi inganna
riconoscerete la firma
che allegerisce il mio peso
lunedì, luglio 09, 2007
Il meglio di te
In realtà non vorrei saperlo. Ma brucia la distanza, bruciano le immagini viventi solo nel migliore dei mondi possibili.
Inutile pentirsi degli errori che adesso risplendono e illuminano la mia stanza, mi accecano di una luce che non riesco a sopportare.
C’è qualcuno che prende il meglio di te ?
Mi sento così stupido.
La tenerezza fatta a pezzi e ricomposta come un ornamento del buio mi raggiunge e mi consola. Non so quanto a lungo potrò accettare la rabbia di vedere moltiplicarsi le barriere tra noi e le nostre più intime vere aspirazioni, così necessarie per continuare a respirare.
Ho un’altra confessione da fare.
Non sono uno sciocco. Sono un pazzo.
Stanotte continuo a chiedermi : c’è qualcuno che prende il meglio di te?
domenica, luglio 08, 2007
Blue room
In un certo senso la mancanza degli oggetti funzionava ancora meglio. I confini essenziali della camera - pareti, finestra, pavimento, soffitto - addirittura riuscivano a conservare una maggiore impronta della sua presenza.
Lo spazio della camera era stato vasto come un intero continente per noi. Avevamo viaggiato senza muoverci da quella stanza, ci eravamo persi lì dentro, avevamo ritrovato le motivazioni per continuare ad andare avanti nel viaggio. Era stata una prigione e un paradiso. Lasciare quel posto mi addolorava. Forse l'idea di buttare un ultimo sguardo dentro quel nostro regno passato non era stata felice.
Dovevo andarmene subito.
mercoledì, luglio 04, 2007
se altri sono con te
spero siano diversi
sorridenti a letto sfatto
portando nessun racconto
nessuna tenerezza
dimenticai l'uomo lupo
giurai folgorato
di esistere al grado angelico
fedele al moto degli astri
che pesa e governa
dal basso le radici
lunedì, luglio 02, 2007
Se fossi giovane
Le nuvole fotografate dall’oblò dell’aereo.
L’indice dei contenuti della rivista è impostato come una prova di abilità enigmistica, con illustrazioni che dobbiamo completare a matita. Distribuzione, nomi dei collaboratori, calendario degli eventi, pubblicità, tutto in caratteri verticali simpatici da leggere.
Flacone di profumo fotografato in modo monumentale, come fosse un edificio, così incombente da sembrare una scultura neoclassica.
Volto pagina. Musicisti di un gruppo di post rock anarchico chiusi in una stanza buia dove provano a tirare i suoni sempre più filtrati attraverso i computer. Illuminati da lampadine bianchissime incandescenti i suonatori si tramutano in magri spettri ossuti.
All’aperto, ai bordi di un campo da tennis grigio che sembra pietrificato, dentro una colossale struttura riservata ad attività sportive. Oscurità intorno. Figure avanzano sopra il terreno di gioco ricoperto da uno speciale cemento plastificato che mi pare di origine vulcanica, calpestano questa materia dura spugnosa che ho già visto nei quadri di Peter Halley.
Una adolescente – capelli lunghi fluenti sulle spalle - sta seduta a gambe incrociate sopra una panca di pietra grigia che potrebbe essere una scultura ultraminimale di Donald Judd. Indossa pantaloni neri, maglietta girocollo blu di prussia. Attende novità, annoiata dalle solite stelle appiccicate al pannello di sughero.
Foto di Charles Bukowski vecchio (alla fine, diventato scrittore di successo mondiale) a torso nudo, in mutande, in una camera, davanti ad una parete decorata con una pittura murale stile Sol Lewitt, con sezioni di vari colori disposte come fette di una torta. In canottiera bianca, barbuto e serio, appoggiato allo stipite di una porta bianca immacolata. In un'altra immagine cammina all’esterno, lo sfondo è una strada costiera segnata da una sfilata di rigogliose palme, ha l’aspetto di un orco soddisfatto del bottino catturato. Poi è nudo seduto sopra il letto, imbolsito, non mostra la faccia all’obbiettivo, emana una certa malinconia, accasciato senza soluzione dentro la sua villetta. Stravaccato in poltrona, in mano tiene salda una lattina di birra, sembra che non si lavi da diverso tempo. Sorridente, tutto ripulito e ravviato, vestito in modo raffinato, seduto al tavolo di un signorile fast food. Sta mangiando patatine giallissime mescolate ad una materia simile a pollo fritto, nell’enorme bicchierone di carta immagino ci sia della birra.
All’interno di una galleria di arte contemporanea. Un giovane in abito intero scuro, camicia bianca. Guarda pensoso una parete ricoperta con fotografie a colori di medie dimensioni, ognuna sotto vetro ed incorniciata. Pieghe della pelle umana ingrandite.
Periferia. Un profilo oppressivo di case popolari riprese dal basso. Nella parte inferiore di queste costruzioni ci sono massicci interventi di artisti di strada, graffiti con ritratti di personaggi che si tengono per mano, o forse si picchiano selvaggiamente, non risulta chiaro (anche guardando con attenzione). Cielo bianco. L’ intonaco dei muri esterni, scrostato, trasmette l’idea di trasformazioni senza risarcimento. Povertà, molta trascuratezza del destino.
Festa di lusso. Sono presenti attori famosi e cantanti alla moda. La bellissima modella è vestita con una camicetta bianca a pallini. Altri elegantoni sono venuti al party in pigiama, con il maglione verde della mamma contestatrice negli anni Settanta, o in tenuta punk con sfumature country che aggiungono un tocco sbarazzino.
Il concetto di bellezza dovrebbe essere riconsiderato, fatto a pezzi, rimontato in forme meno usuali.
Una specie di centrale ad energia solare dominata da una gigantesca sfera di fuoco.
Lo scrittore giapponese Yukio Mishima raffigurato come un supereroe dei fumetti, come San Sebastiano trafitto dalle frecce, mentre indossa il costume ufficiale che era in uso tra i membri del suo esercito privato. Giro pagina. Il corpo a terra, decapitato con accanto la testa. Penso al suo spettacolare suicidio nel 1970.
domenica, luglio 01, 2007
scusate ragazzi
io nel flusso delle informazioni
mi perdo e se scorgo una luce
hanno dato fuoco
all'uomo che dorme
tutte le notti
dentro la scatola di cartone