sabato, maggio 27, 2006

DUE

Compro la rivista di musica d’avanguardia, jazz ed elettronica. Già la copertina del mensile inglese mi trasmette un senso ultraterreno di modernità o di contemporaneità (c’è differenza tra questi termini ? resto nel dubbio, sarebbe un discorso rischioso, andiamo avanti) comunque voglio dire che mi fa sentire vivo, inserito dentro una comunità di pensanti, di ascoltatori non schiavi, avventurosi. Presunzione ? Snobismo culturale ? Forse. Ma così mi sento un poco meno inutile, meno morto, meno zombie. L’equilibrio grafico delle pagine, le foto dei musicisti, dal taglio sempre non ovvio, le pubblicità dei nuovi cd e dei concerti – belle, così eleganti che è difficile immaginare qualcosa di più cool – tutto mi piace di “Wire”. Una specie di medicina, per me.

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