sabato, maggio 27, 2006

UNO

Sono entrato nella galleria d’arte. Era un deposito, sembrava un garage. Ha la struttura allungata di un corridoio, solo un po’ largo. Senza finestre. Uno spazio soffocato, ma appena procedo vedo le grandi tele verticali di Giovanni Frangi. Una serie alla mia destra è sul tema del disgelo: imponenti lavori a dominante bianca contengono lo splendore del freddo. L’altra serie alla mia sinistra rappresenta il fondo marino. Verde e blu profondi in modo doloroso. C’è una energia in questi quadri che mi dà una frustata, un surplus di spinta. Vibrano di potenza naturale. La materia olio brucia anche nell’acqua anche nel ghiaccio, spezza dei vincoli e mi regala una forza per ore e ore. Vorrei comprare questi lavori per portarmi a casa la sorgente della potenza. Qui la modernità è fuori discussione, non penso alla storia dell’arte, penso alla mia salvezza, alla resistenza contro il sistema infernale, il peso del mondo. Un esempio di come lo spazio astratto possa essere carico di energia, percorso da magnetismi, visioni. Rivelazioni. Dentro la galleria senza finestre, dentro la stanza murata. Mi è sembrato di uscire da una cripta dove era custodito un segreto tesoro.

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