martedì, aprile 24, 2007

Canyon 4

Mi ha raggiunto per l’occasione un messaggero venuto da un altro sistema temporale: è una giovane donna che sa apprezzare il calore di piccole rivelazioni. Siede in disparte, appare intristita, mi volta le spalle. Non ha parlato per un lungo periodo e non si è tolta il cappotto nero. Un riverbero di capelli biondi si allungava a coprire il bavero rialzato. Mentre la osservavo mi sono reso conto di essere stanco: mi pesa continuare a seguire il flusso delle informazioni. Tutti attendiamo lo scoppio di un conflitto planetario. La televisione ce lo presenta ogni giorno come imminente, il pubblico si convince e crede di scorgerne i segni premonitori dentro innumerevoli scoperte quotidiane.La messaggera bionda mi ha rivelato che il conflitto in verità è già cominciato senza che i giornalisti se ne siano accorti.
Non possiamo verificare gli eventi narrati in televisione. Quando cominciamo a scorgerne la crosta impenetrabile, già ci siamo inoltrati nel pomeriggio domenicale piovoso e la cronaca brilla liquefatta in una pozzanghera ai nostri piedi. La febbre ha cominciato a volteggiare sopra la mia fronte, lucente come prima non potevo neppure immaginare. Capisci?
Al risveglio la stanza è invasa dalla nostalgia. Riflettendoci sopra mi appare chiaro che tutto il disastro si è messo in movimento già da tempo immemorabile. Ci troviamo sotto il dominio di eventi geologici. Dicono che non si deve parlare di guerra tra culture, né di incendi nutriti con benzina di fantasmi religiosi. Oriente. Occidente. Geografie. Genocidi.
Io sono giovane o vecchio? Una frattura nella mia soggettiva percezione del tempo, una profezia. La pioggia rossa cade su tutti noi. E’ il piacere primitivo della distruzione.Il silenzio che ricerco non è l’assenza di suoni. E’ un magma filtrato attraverso sottili fogli di carta velina.

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