sabato, novembre 25, 2006

TRENTASETTE

Assolutamente impreparato agli eventi. Molto affaticato in questo periodo per questioni di lavoro, cose anche delicate e quindi da affrontare con cautela. Troppo cedevole verso le lusinghe che il mondo mi offre di continuo. Spesso disgustato dalla mia facilità nel cadere in tentazioni di ogni genere, specialmente in quelle legate allo splendore dei sensi, dei sogni, delle utopie dalle quali è poi doloroso risvegliarsi. E a proposito di risvegli. Un paio di situazioni realmente accadute o forse sognate. Decidete voi. La prima. Cammino per strada, sono nel centro storico di Firenze. Intravedo a distanza la piccola strega. Vestita di nero, deforme o bella, non ricordo, e non importa in questa sede. Non voglio salutarla. Tengo basso lo sguardo sul marciapiede. Mi passa accanto muta. Quando credo di esserle sfuggito sento alle mie spalle il suo tono ghignante che mi ordina di voltarmi. Non lo faccio. Allora mi grida dietro qualche raccapricciante minaccia. Io proseguo senza voltarmi ma è come se la sua voce avesse strusciato le unghie sopra la mia spina dorsale. La seconda. Sono seduto nel mio comodo ufficio, dentro una famosa università americana, in mezzo ad una foresta. Davanti a me c’è un grande intellettuale italiano che mi spiega – con preoccupazione – che la mia ignoranza in materia scientifica è enorme. Accidenti, mi dice, così non va ! Non troverai mai un lavoro soddisfacente ! E subito dopo comincia a riempire di calcoli complicatissimi, veri geroglifici senza senso (ma esteticamente piacevoli) una spaziosa lavagna bagnata dai raggi di sole.

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