sabato, luglio 08, 2006

SEDICI

Potrei dire di essere un buono a nulla. Ma anche questa - ad essere sincero - è un’ attività non facile per me: è molto complicato fare nulla, annientarsi dentro un’azione che possa cancellarti mentre continui ad esistere, a pesare, a pensare (purtroppo capita di insistere a ragionare, anche quando non vorresti proprio pensare a niente). La memoria definisce la mia identità attimo dopo attimo, non funziona solamente come un archivio di esperienze chiuse ma dà forma alla mia percezione del presente, così il carnevale degli anni continua ad operare strane metamorfosi. Per fortuna ho la facoltà di dimenticare innumerevoli informazioni, la mia è davvero una mente che cancella. Volti, viaggi, titoli di canzoni, storie di film, indirizzi, errori, piccole vittorie, serate trascorse con amici, perfino la consistenza di una pelle accarezzata, addirittura la vertigine sublime di un bacio imprevisto che mi capitò di dare al termine di pomeriggio estivo pigro senza storia. Tutto in cenere, tutto polverizzato ed irrecuperabile dentro la mia mente disordinata, negatrice di vita. Tento di consolarmi di queste dolorose perdite ripetendomi che l’oblio è necessario, è un male inevitabile: serve a fare per spazio a nuovi ricordi che arriveranno. Ma è una consolazione che io per primo sento suonare malinconica. Al tempo stesso non vorrei proprio essere capace di ricordare tutta la mia vita. Impazzirei dopo un minuto.

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