sabato, agosto 26, 2006

VENTITRE

Spesso durante questa piovosa estate mi ha colto il desiderio di non possedere più un corpo. So che potete capirmi. Non avere il corpo, essere puro spirito, una materia senza il fardello delle tentazioni che necessariamente vi attaccano se siete in possesso di un corpo. Pura energia. Pura curiosità senza peso. Potrei esistere da un punto all’altro dello spazio senza restrizioni. Potrei balzare all’istante in un luogo – o in un tempo - solo pensando di essere là. Magico. Sarebbero finite tutte quelle gravi ossessioni generate dal corpo altrui. Il fantasma della carne potrebbe splendere in alta definizione senza causarmi nessun turbamento, nessuna febbre: brillerebbe solo per gli altri, io sarei diventato immune al richiamo. Alleggerito. Senza peso. Incorruttibile. Catene spezzate. Pura volontà. Questo è il sogno di una libertà totale, biologica, niente a che vedere con le rivoluzioni calate dentro la civilizzazione. Ma se ci penso meglio, qualche dubbio affiora. Sarebbe davvero la fine del desiderio? Oppure segnerebbe il passaggio ad una differente nostalgia dell’altro ? Libero dalla schiavitù della gravità terrestre, sprovvisto di istinti violenti, sollevato dal dovere di invecchiare, privato dell’obbligo di offrire un’ immagine sempre giovane e vincente, quali altre inedite condanne colpirebbero la mia nuova condizione ? Non credo di ricevere le risposte stanotte. Dovrò attendere un po’ più a lungo.

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