giovedì, maggio 03, 2007

Canyon 2/Un anno di Esplorazioni


Scrivo questo blog Esplorazioni da un anno. Mi sto arrampicando sopra un crinale sempre più ripido. Continuo a scrivere. Niente da perdere. Mi sono ritrovato nella corretta disposizione d’animo per ascoltare alcune singole voci recitanti nella foresta stracolma di ombre. Ho cercato un lessico di salvazione personale. Un tentativo dettato dall’innocenza, dall’ingenuità, dall’onestà. Disincantato, una sola volta mi sono abbandonato alla disperazione. Lacrime che voi non avete mai visto sono scese maestose a rigare il volto nello specchio, hanno tracciato ramificazioni sulla pelle degli zigomi. Colature passate dalla mia pelle allo schermo luminoso.
Spesso l’incanto della scrittura mi sembra giungere ad uno sbarramento insuperabile, oltre il quale intuisco solo pietra durissima o pareti di piombo che non posso squarciare. E l’orizzonte pare diventato un anello di tempo ripiegato sopra se stesso, un cielo irraggiungibile. Per fortuna ho saldato i miei debiti schiantando i nemici: ho scacciato i bevitori del mio sangue, i becchini smagriti che balbettano le loro sentenze di condanna e godono a tagliare le teste degli avversari per farci giocarci a pallone i figli prediletti.
Quando sono stanco di girare in tondo, prometto a me stesso una resurrezione nella quale io per primo fatico a credere, e mi pare di ritornare alla casa trovandola devastata in mia assenza.
Affondato nella poltrona sorseggio un liquore con un bel colore ambrato. Apprezzo le tensioni che dal futuro ritornano a visitarmi. Contemplo il mondo attraverso il fondo deformante di un solido bicchiere. Sono lo spettatore scardinato, violentato, avvilito. Ma lo spettacolo non si interrompe. In nome di tutto quello che ci legava un tempo, mi dovrete ancora concedere il lusso di sognare l’esistenza rinnovata, storpiata e guarita nel racconto.

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