giovedì, giugno 01, 2006

CINQUE

Sono stato assalito da un lampo di memoria sentimentale. Il ricordo di un ultimo saluto tra due anime che appartenevano ad un medesimo territorio di desideri ed aspirazioni. Sentivamo di avere in comune l'ansia per gli sviluppi futuri. Sì, bruciavamo. E' chiaro che avremmo potuto condividere la vita. Passeggiando in quel freddo pomeriggio di dicembre mi sono impegnato a disegnarle le scene di una convivenza fatata. Guardavamo le vetrine abbellite dalle colorate decorazioni natalizie. Sognavamo. Avremmo potuto affittare una casa nel Chianti, in una località non troppo distante dalla città, in modo da non diventare troppo orsi, non volevamo rinunciare alle nostre amicizie: avremmo invitato spesso a cena da noi le persone a cui vogliamo bene. Durante il giorno ognuno avrebbe inseguito le proprie illusioni. Lei poteva scrivere la sceneggiatura dei suoi video, pensare ai dettagli di un volto, scegliere il colore di un fermaglio che deve trattenere l'onda dei capelli dal precipitare sulla spalla. Io avrei dipinto dentro un fienile riadattato a studio, con le grandi tele appoggiate sulle nude pareti. Senza troppi contatti durante queste ore di lavoro e avremmo evitato troppe distrazioni - ci potevamo ritrovare la sera nella grande cucina al momento di preparare il cibo per gli ospiti in arrivo, con il piacere e la sorpresa di raccontarci le scoperte che avevamo fatto in quel singolo prezioso giorno. Il momento di lasciarsi è arrivato. Non abbiamo mai mostrato alcun segno di cedimento romantico. Non ci siamo mai presi per mano. Camminavamo seguendo una nostra idea di decoro. Intimi, ma cresciuti in continenti lontani, la sorte ci ha donato lingue così diverse da suonare sempre magiche all’orecchio dell'altro.

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