sabato, giugno 24, 2006

TREDICI

Questo è il numero tredici. Qui si apre la fossa, la voragine senza fondo si spalanca per risucchiarmi dentro le viscere della terra. Con questo numero la fortuna si muta in sventura, e posso dire addio ad una prospettiva di rinnovamento, addio ad ogni progetto di volo. Qui l’orizzonte si abbassa fin quasi a schiacciarmi. Adesso è difficile anche solo immaginare il salto mortale che possa ricondurmi a respirare fuori dal piombo, dalla polvere, dai chiodi che trafiggono il giorno e sembrano ridurlo ad una dura noce di insoddisfazione. Ovunque guardo trionfano il fallimento e l’autocritica. Oggi è la cerimonia del fatale declino. L’estate del mio sconforto è appena cominciata. Mi sento vecchio, appesantito, schiaffeggiato, immiserito e senza voglia di riscossa. Spinto ai margini, condannato all’invisibilità. Tenuto fuori dal cerchio magico del caldo successo in cui nuotano i miei odiosi rivali, coperti di falsi onori e arrampicati sopra troni dorati che non gli spetterebbero. E con il vento che tira, stanotte la nave fantasma si schianterà sopra la scogliera, e questa ridente cittadina sarà invasa dalla nebbia, poi dalla foschia uscirà una massa di zombie incazzati in cerca di vendetta. (Devo proprio dirvelo ? The Fog, del grandissimo John Carpenter).

Nessun commento: