mercoledì, giugno 28, 2006

QUATTORDICI

Nella sovrabbondanza di visioni, oggetti, comunicazioni, pubblicità, progetti, che ogni minuto mi assediano è chiaramente contenuto un possente dispositivo di manipolazione. Alla massa oceanica delle offerte che mi colpiscono corrisponde una reale possibilità di accedere a questi percorsi ? Temo che nell’età della manipolazione in cui ci troviamo a nuotare, le effettive probabilità di accedere ad una pienezza di esistenza siano sempre più ridotte. E poi si tratta – anche nel più fortunato dei casi - di una pienezza oggettuale, concreta, costruita soprattutto dall’ammasso degli oggetti che compriamo e rapidamente dimentichiamo. Un orizzonte quantitativo piuttosto che qualitativo. Sono prigioniero di un raggio di azione limitato ad un territorio superficiale. La profondità del senso, il valore della ricerca individuale, il silenzio, lo spazio vuoto mentale indispensabile alla riflessione, scarseggiano. Allora mi torna in mente, come una luminosa possibilità, il motto less is more che dal piano estetico (architettura, arte minimalista) si riverbera dentro un sogno di vita migliore. Vorrei essere capace di costruire molto con poco. Usare minimi elementi per tracciare un paesaggio più intenso. Piccoli tocchi là dove è necessario. La forma purificata ad un grado che possa migliorare anche il mio stile di vita.

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